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Le città promosse dal clima promuovono l’uso delle energie rinnovabili, ma dipendono ancora in gran parte dai combustibili fossili

Jul 07, 2023Jul 07, 2023

Uno studio del JRC che esamina i principali dati energetici di quasi 7.000 città segnalanti rileva che i combustibili fossili hanno il peso maggiore nel consumo totale di base (circa il 70%), seguiti dall’elettricità (circa il 23%), dal teleriscaldamento e dal teleraffreddamento (fino al 6%) e infine i combustibili rinnovabili (fino al 3%). I numeri riportati dalle città mostrano che gli edifici residenziali rappresentano la quota maggiore di consumo, seguiti dai trasporti privati ​​e commerciali.

Con riferimento alla produzione locale di elettricità da parte dei firmatari dell’UE-27, il fotovoltaico ha la quota più elevata (fino al 60%), seguito dall’energia idroelettrica (fino al 25%), dall’energia eolica e dalla produzione combinata di calore ed elettricità (CHP). Al contrario, per i paesi firmatari non appartenenti all’UE-27, le quote più elevate di produzione locale di elettricità sono associate alla cogenerazione (fino al 55%), all’energia idroelettrica e all’energia geotermica.

Lo studio Patto dei Sindaci 2022 Dati energetici analizza e confronta i dati energetici e le azioni intraprese da ogni singola città segnalante, inclusi il consumo di energia e l'approvvigionamento energetico, nonché le stime del risparmio energetico e della produzione di energia entro il 2020 e il 2030 in diversi settori.

La produzione di energia rinnovabile stimata dai firmatari dell’UE-27 è pari a 0,65 e 1,05 MWh/anno pro capite, rispettivamente per gli impegni 2020 e 2030. I dati riportati dalle città extra UE-27 sono inferiori, con stime di 0,18 e 0,24 MWh/anno pro capite per gli impegni 2020 e 2030, rispettivamente.

I dati suggeriscono che la transizione verso un sistema energetico più verde richiede più tempo e ulteriori sforzi per raggiungere gli obiettivi climatici dell’UE.

Diverse città hanno aderito al Patto dei Sindaci in periodi diversi dal suo lancio nel 2008 e hanno sviluppato piani per ridurre le emissioni di gas serra (GHG) in momenti diversi, facendo riferimento all’obiettivo climatico dell’UE allora in vigore. A partire dal 2021, questi obiettivi verranno aggiornati e fissati per raggiungere emissioni nette di gas serra (GHG) di almeno il 55% entro il 2030 e diventare climaticamente neutrali entro il 2050.

Secondo i dati raccolti in questo rapporto, un terzo di tutti i firmatari dell’UE-27 con impegni per il 2020 (il 36% su 548 firmatari) ha superato i propri obiettivi di risparmio iniziali, sebbene questa cifra sia inferiore per i firmatari dell’UE-27 con un impegno per il 2030, dove circa solo un quinto (18% su 307) ha superato gli obiettivi iniziali.

Per quanto riguarda i firmatari non appartenenti all’UE-27 – tenendo presente che il campione contiene un basso numero di esempi – i risultati di quelli con impegni per il 2020 mostrano cifre più incoraggianti, con più della metà (58% su 38 firmatari) che hanno sovraperformato i risparmi iniziali obiettivi. D’altro canto, forse perché la loro ambizione complessiva è molto più bassa, quasi tutti i paesi firmatari non UE-27 con un impegno per il 2030 (95% su 19 firmatari) hanno sovraperformato i loro obiettivi iniziali.

Il Patto Globale dei Sindaci per il Clima e l’Energia (GCoM) nasce da un’iniziativa lanciata dalla Commissione Europea nel 2008. Da allora il JRC ha fornito supporto scientifico, metodologico e tecnico e assistito le città firmatarie nella preparazione e attuazione dei loro piani d’azione per il clima e l’energia. e ha contribuito alla definizione e al regolare aggiornamento del quadro di riferimento.

Oggi, l’iniziativa GCoM riunisce più di 11.000 città il cui lavoro si basa su tre pilastri: mitigazione del clima, adattamento al clima, accesso all’energia e povertà.

Lo studio analizza i firmatari del GCoM con impegni al 2020 o al 2030, ovvero un totale di 6677. Per il blocco UE-27, circa l'80% di questi sono prevalentemente città italiane, spagnole e belghe. Nel resto d’Europa, su un totale di 193 firmatari con un impegno per il 2020, il 67% si trova principalmente in Ucraina, Regno Unito e Bosnia-Erzegovina; mentre circa il 90% delle 140 città con impegni per il 2030 provengono principalmente da Ucraina, Bosnia-Erzegovina e Moldavia.

I risultati mostrano che i risparmi energetici lordi realizzati dai firmatari dell’UE-27 con un impegno per il 2020 ammontano a 117 TWh/anno (equivalenti alla metà del consumo totale di energia primaria della Grecia nel 2021) e a 27 TWh/anno per gli impegni per il 2030 (equivalenti al consumo totale totale di energia primaria cipriota nel 2021). Il tasso di risparmio annuale più elevato per gli impegni del 2020 è stato registrato da Dortmund (Germania) nel periodo 1990-2008, con 1,45 TWh/anno. Mariupol (Ucraina), Budapest (Ungheria) e Marbella (Spagna) seguono per diversi periodi riportati con tassi di risparmio corrispondenti rispettivamente di 0,95, 0,85 e 0,72 TWh/anno.